CONFAPI “CON VACCINI IN AZIENDA LOMBARDIA ANTESIGNANA IN ITALIA”

(ITALPRESS) – “La Lombardia oggi e’ antesignana di quello che succederà nel mondo del lavoro” e “sono certo che l’esempio di questa Regione arriverà anche sul piano nazionale”. Lo dice Maurizio Casasco, presidente di Confapi (Associazione della piccola e media industria privata), intervenendo oggi in conferenza stampa a Palazzo Lombardia dove i vertici regionali hanno illustrato la delibera che avvia la possibilità di vaccinare all’interno delle aziende. La delibera e’ contestuale al protocollo siglato con Confindustria Lombardia, Confapi e i medici di medicina del lavoro. “Ai nostri partner stranieri, potremo dire che l’azienda ha un passaporto di ‘Covid-free’, offrendo quindi la certezza che al cliente saranno consegnati i prodotti in quella determinata data e a quei costi fissi”, evidenzia Casasco, ricordando che “l’azienda deve essere un luogo sicuro, deve garantire la salute a chi lavora, ma anche creare e mantenere posti di lavoro”. Sottolineando che finora “in Italia e’ mancata una programmazione”. Casasco insiste sull’urgenza, oggi, di “vaccinare il prima possibile”, perché, sottolinea, “temiamo moltissimo le varianti, e prima arriviamo a vaccinare tutti, meno contagi avremo e meno varianti avremo. E’ una corsa contro il tempo, è una questione di velocità, e non di una categoria rispetto a un’altra. Abbiamo un mese e mezzo per farlo”. “I vaccini credo che arriveranno e la Lombardia oggi si e’ organizzata per andare anche nelle industrie e nelle imprese, rispettando le priorità stabilite a livello nazionale e con le regole che stabilirà l’istituzione”, dice ancora Casasco, secondo il quale “dovremo vincere le resistenze alla vaccinazione nelle aziende”, perché “abbiamo instaurato il dubbio che sia meglio il Pfizer o l’Astra Zeneca, ma tutti i vaccini sono validi”. Oggi, conclude, il numero uno di Confapi, “coniugare la salute e le attività produttive e’ fondamentale, le due cose non sono disgiunte” e “il punto è stare tutti dalla stessa parte, e in quella avversa c’è il virus”.