Dopo tre mesi di possibile applicazione dell’importante agevolazione fiscale (regime fiscale agevolato applicabile agli emolumenti dei dipendenti del settore privato correlati a incrementi di produttività, a cui si applica l’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali del 10%), non è stato ancora emanato il decreto attuativo che deve determinare il limite massimo assoggettabile all’imposta sostituiva e il limite di reddito che ne vincola l’utilizzo per il 2014.
I datori di lavoro hanno quindi, dovuto, sospenderne l’applicazione. Cosa impedisca in un momento di recessione come quello attuale di rendere fruibili per i lavoratori le maggiori somme derivanti dall’applicazione della detassazione, non è dato sapere. Tutto ciò frena di fatto la spinta ai consumi, venendo meno nelle tasche dei lavoratori la differenza di tassazione da calcolare, ad esempio, sul lavoro notturno o sullo straordinario. Centinaia di euro al mese, teoricamente disponibili per i lavoratori grazie alla differenza di tassazione, che invece non possono essere nè conteggiati nè erogati per mancanza delle disposizioni normative occorrenti.
Sarebbe opportuno che, dopo anni di applicazione a singhiozzo, con interpretazioni retroattive e modificazioni in corso d’opera, la detassazione della produttività, quella vera, venga messa a regime definitivamente, magari legando semplicemente l’incremento annuale dei limiti all’indice Istat.